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“Napoli è una città fantastica dove si può fare turismo ma si può anche fare azienda ad altissimi livelli”: parola di Vincenzo Maglione, Ceo di Farmaceutici Damor, con sede proprio nel capoluogo partenopeo. Parliamo di una realtà fondata nel 1943: nel 1946 inizia lo studio e la scoperta delle proprietà cliniche dell’estratto di Triticum Vulgare ispirato
dalle teorie dello scienziato Vladimir Filatov che identifica e definisce le “Stimoline”. La missione principale dell’azienda è quella di scoprire nuovi metodi per migliorare la vita delle persone attraverso l’innovazione bio-farmaceutica naturale.

Vincenzo Maglione, Ceo di Farmaceutici Damor: “A Napoli si può fare azienda ad alti livelli”

Il sito produttivo si trova a Napoli, ha una dimensione di oltre 16mila mq e garantisce i migliori standard di qualità di produzione. Ogni prodotto è fabbricato seguendo le Good Manufacturing Practices Standard (Gmp), e, in quanto produttori di medicinali e principi attiv, sia la produzione sia le procedure di lavoro sono controllate dall’Aifa.

“Farmaceutici Damor è un’azienda fondata nel 1943 che quindi ha quasi 80 anni. – ha spiegato Maglione – È l’unica azienda farmaceutica ‘completa’ che abbiamo a Napoli, ovvero che fa ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione. All’interno del suo stabilimento lavorano cento dipendenti, mentre su tutto il territorio nazionale operano in duecento. Stiamo sviluppando sempre più anche una parte estera”.

“Amo la mia città ma sono un cittadino del mondo”

Nel 2017 viene messo a punto e brevettato un processo innovativo e proprietario di estrazione dal seme di Triticum Vulgare. L’estratto ottenuto è ad oggi impiegato in diverse forme come Triticum Vulgare Extract (brevetto Farmaceutici Damor). I laboratori di ricerca e sviluppo sono specializzati nello studio di estratti bio-farmaceutici. Il team ha uno specifico know-how avvalorato da numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali e vanta diverse collaborazioni con Università e Istituti di Ricerca.

“Dobbiamo spingere – ha continuato Maglione – affinché Napoli sia una città per lavorare. Ma attenzione: non dobbiamo guardare a questo luogo come un approdo, ma dobbiamo cementarci con lavori anche fuori da Napoli e dall’Italia. Credo, dato che l’ho fatto nel mio passato manageriale, che questo sia il modo migliore per sviluppare l’azienda e sé stessi. A Napoli si può fare industria e ricerca. Io sono napoletano e tengo molto alla mia città, ma mi considero un cittadino del mondo. Ho lavorato in tante latitudini e non trovo differenze nel fare azienda. Qui si può lavorare bene: ci sono moltissimi punti di forza”.

Francesco Ferrigno