Alla Parrocchia di Sant’Alfonso, a Cava de’ Tirreni, la presentazione del libro “Non cenere. Scintille” di don Gioacchino Lanzillo si è trasformata in un momento corale che ha coinvolto fedeli, professionisti, volontari e semplici cittadini. Una sala gremita ha accolto il racconto di un sacerdote, don Giovanni Bertella, la cui vita si è fatta testimonianza silenziosa di servizio e umiltà.
L’incontro, introdotto dal dottor Mario Salzano, presidente dell’AMCI Cava–Amalfi, ha messo subito al centro la dimensione umana e spirituale del volume. La testimonianza del diacono Angelo Di Mauro ha aggiunto uno sguardo diretto e autentico, restituendo la forza di un legame pastorale che ha attraversato generazioni.
La voce di don Gioacchino ha guidato i presenti tra ricordi, aneddoti e pagine del libro, mettendo in luce il modo in cui suo zio ha vissuto il ministero: con mitezza, essenzialità, attenzione alle persone. La storia delle scarpe donate dai fedeli, spesso di misura sbagliata ma indossate senza esitazione per non ferire nessuno, ha suscitato una commozione profonda. Un gesto semplice, capace di raccontare una vita intera.
Particolarmente toccante è stata la lettura dell’ultima lettera scritta da don Bertella all’arcivescovo Orazio Soricelli. In quelle parole si percepisce la fragilità della salute e, insieme, la lucidità dell’amore pastorale. Chiedeva sostegno per la sua comunità e riconosceva il valore del nipote che lo aveva accompagnato negli ultimi anni di ministero. Una testimonianza che ha lasciato un segno nella comunità presente.
La serata ha restituito un’immagine chiara: quella di un sacerdote che non ha mai cercato di apparire, ma che ha scelto di esserci, ogni giorno. Il libro di don Gioacchino Lanzillo non è un monumento, ma una soglia. È il racconto di scintille che non si spengono, di una memoria che continua a farsi esempio, di una spiritualità che si incarna nei gesti più semplici e per questo indimenticabili.