Come creare uno storytelling? Raccontare, ma non troppo, una realtà col potere dell’immaginazione.
Cos’è uno storytelling
“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla” come dargli torto? In effetti è davvero emblematico il concetto espresso da Alessandro Baricco in “Novecento” se parliamo di racconti.
Lo storytelling infatti non è altro che “l’arte del raccontare” con uno scopo ben preciso: lanciare un messaggio, una strategia persuasiva. Effetto certamente applicabile in una infinità di ambiti, da quello politico, al sociale, fino a quello puramente legato al mondo del marketing e della comunicazione.
Veicolare informazioni attraverso una pianificazione che dispiega i propri messaggi in una vera e propria storia sostenuta da una narrazione del tutto singolare. Ecco che in un mondo digital, dove i messaggi recepiti sono sempre meno legati alla scrittura, ma molto vicini all’occhio e all’orecchio, lo storytelling diventa uno strumento di comunicazione davvero potente.
Ma come si produce uno storytelling?
Essere padroni del messaggio che si intende lanciare è cosa buona e giusta, da qui all’applicazione delle cinque “W”. Da buon giornalista vi riassumo brevemente di cosa si tratta.
Le cinque W
Un racconto, una storia, un articolo di giornale, uno storytelling rispondono tutti alle stesse domande: chi (who), cosa (what), dove (where), quando (when) e per quale motivo (why).
Una narrazione degna di essere concepita come tale non può non prendere in considerazione le 5 W. Quindi ci chiederemo chi è il protagonista della narrazione che, ovviamente, dovrà apparire in maniera palese e manifesta.
Cosa succede nella nostra storia, quali sono le azioni.
Quando avviene il racconto, indichiamo anche se in linea generale un tempo, che non debba per forza esser definito al secondo.
Dove si svolge il tutto e perché sta accadendo.
Una narrazione efficace: il vero segreto sono i dettagli
Apprese le 5 W lanciamoci sullo storytelling. Come faccio a rendere efficace la mia narrazione? Una domanda che risponde al mantra del discorso: come raggiungo il mio obiettivo. I dettagli e l’originalità restano elementi fondamentale che differenziano un buon prodotto da un ottimo prodotto. Unicità e singolarità, insomma un’idea vincente.
Da questo punto di vista è importante lavorare con l’immaginazione, magari prendendo spunto da produzioni di livello, ma occhio a far sì che non diventino la copia delle stesse.
Lo storytelling e il desiderio dei 5 sensi
Non dimentichiamo che i nostri interlocutori sono esseri umani e soprattutto sensibili, ovvero inclinati a sentire. Quale miglior mezzo se non quello di giocare con i cinque sensi? Un’esperienza sensoriale? Perché no… l’immaginazione fa il resto. Occhio però a non svelare troppi dettagli, a non servire subito il messaggio sul piatto. Il desiderio è una componente fondamentale, quindi devo rendere il mio messaggio desiderabile, appetibile.
La narrazione come spada di Damocle
Se quindi la narrazione vera e propria rappresenta un elemento indispensabile, un abuso della stessa potrebbe rovinare la vostra idea. In questo senso consiglio di farvi supportare dalle immagini, ciò che l’occhio vede e già buona parte della percezione delle cose. Eliminate i rami secchi, ovvero tutti quegli elementi che appesantirebbero la trama del vostro storytelling.
È importante inoltre rendere credibile la vostra storia. Posso anche realizzare un viaggio umano su Plutone, basta che sia credibile.
Lo storytelling inoltre è una vera e propria donna di classe, di conseguenza non mostra tutto e subito, ma il suo fascino è dettato dal “vedo non vedo”. Non spariamo tutti i nostri colpi, non raccontiamo tutto, lasciamo la libertà di interpretazione.