Sfide per l’imprenditore: Come affrontare i problemi del team

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La vita dell’imprenditore non è tutta rosa e fiori, anzi è fatta di piccoli ostacoli e problemi di gestione operativa quotidiana che devono essere risolti in maniera oculata, onde evitare che si creino colli di bottiglia e incertezze gravi da mettere a repentaglio l’attività di business.

Tra i tanti problemi che un imprenditore deve prendere in considerazione vi sono diversi motivi e ragioni (endogene e/o esogene alla vita d’impresa) che possono fare perdere di vista l’obiettivo ad un  team aziendale. Vediamo in questa guida come l’imprenditore deve essere abile ed in grado di risolvere le difficoltà che possono sorgere all’interno delle mura della sua impresa. 

Imprenditore e Team: come gestire i conflitti?

Appena ti accorgi che qualcosa all’interno della tua azienda non va, che c’è la necessità di scoprire che cosa ostacola la vita d’impresa e cosa o chi può mettere a repentaglio la gestione operativa aziendale.

Il problema potrebbe annidarsi in:

  • obiettivi fraintesi o male definiti,
  • mancanza di concentrazione nelle dinamiche di gruppo,
  • mancanza di comunicazione tra i membri del team,
  • impegno insufficiente, non equo per la performance del team,
  • lacune tra le competenze critiche,
  • conflitti interni irrisolti,
  • incomprensioni esterne, ostilità o indifferenza. Non evitare e non fingere di non vedere, analizza il problema dato che ogni discrepanza ed incertezza potrebbe ingrandirsi sempre di più, se viene ignorato e rimandato.

Ricordati che, in ogni fase della vita aziendale, devi saper analizzare il tuo stile di leadership: se il team vede che come leader ti stai sforzando per cambiare i modi ed i loro atteggiamenti, la fiducia e la produttività aziendale possono migliorare.

Devi sempre essere autocritico e trovare i punti deboli, rafforzarli attraverso la comunicazione e la ripetizione, fare un brainstorming da solo o con i collaboratori per trovare idee e, infine, chiedere sempre consiglio ai membri del team. Metti da parte il tuo ego e sii onesto con te stesso e con gli altri: questo sempre, non solo nella vita professionale!

In qualità di buon leader e capitano di ventura devi essere in grado di osservare da vicino il tuo team per determinare quali conflitti interpersonali potrebbero influire sulla produttività. Alcuni fattori tipici potrebbero essere le disuguaglianze reali o percepite nei livelli di competenza, di lavoro e di compenso, conflitti interpersonali o scontri tra personalità.

In qualità di buon leader devi essere in grado di “trasformare” un individuo problematico in un eccellente collaboratore. Se un membro del team sembra cagionare più problemi di tutti gli altri ed il resto del team potrebbe considerare questa persona come:

  • uno scansafatiche o un “peso morto” che non fa la sua giusta parte di lavoro,
  • un mini-leader che cerca di dominare il team,
  • un “arrivista” che cerca di prendersi tutto il merito del lavoro,
  • un tipo competitivo che vuole vincere in ogni situazione,
  • un lamentoso che non vede mai niente in positivo,

come devi comportarti? Tante le soluzioni ed i suggerimenti:

  • parlare alla persona in privato, il leader deve chiedere che cosa pensa del proprio lavoro e si deve capire come mai  si comporti in quel dato modo,
  • il leader, una volta aver interloquito con il “peso morto”, dovrebbe analizzare i motivi che spingono questa persona a non fare il suo lavoro,
  • deve interrogare gli altri membri per chiedere ed avere un’opinione sul perchè questa persona abbia problemi,
  • se la soluzione risulta semplice ed occorre, ad esempio, maggiore formazione mettiamola in pratica,
  • si deve sempre dare un feedback positivo sul suo lavoro.

In qualità di buon leader devi essere in grado di sapere gestire i conflitti: i conflitti creativi ed intellettuali possono rivelarsi positivi e costruttivi quando i membri sono in disaccordo su risultati, interpretazioni, approcci e filosofie.

Al contrario, i conflitti non gestiti in modo corretto possono erodere gli sforzi del team ed il suo obiettivo condiviso, sono assolutamente antiproduttivi. Devi intervenire quando serve: quando un conflitto creativo degenera, i membri cominciano a perdere tempo e si deve agire immediatamente; questo riporterà i membri sulla strada degli obiettivi del team. Se non riesci a fare ripartire il team allora puoi fare intervenire un arbitro super partes: si deve cercare l’opinione di un esperto al di fuori del team che sappia “calmierare” le acque.

Risolvere i conflitti aziendali: step da seguire

Ma i conflitti non sono solo creativi: esistono conflitti di natura non creativa, di natura personale o nati da giochi di potere che hanno un potenziale molto più distruttivo di quelli creativi. La tua incapacità o rifiuto di affrontare questi conflitti può essere un fattore ostativo enorme per il progresso del team. Il team non sarà in grado di passare allo step successivo, il conflitto irrisolto può peggiorare e, addirittura, può condurre allo scioglimento del team ed al non raggiungimento dello scopo per il quale si è formato il team (target failure).

Si devono “bloccare” i conflitti personali: tutte le forme di conflitto non creativo, ostilità tra i membri del team, dissenso ed opposizione possono disgregare o distruggere il lavoro del tuo team. Devi prestare attenzione ad ogni tipo di tensione che può insorgere nelle relazioni personali tra i membri del team.

Quali sono le fasi per risolvere un conflitto personale? Cerchiamo di elencarle in maniera sintetica:

  • identificare il conflitto: potrebbe non essere subito evidente, ma ben presto l’ ostilità sarà “palpabile”,
  • fare indagini conoscitive con ogni persona: si deve ascoltare ed osservare attentamente con obiettività,
  • dopo aver ascoltato ogni persona, si devono riunire le parti e cercare di mediare una soluzione,
  • alla fine della mediazione, il leader dovrà spiegare le conseguenze di una “reiterazione” del comportamento problematico,
  • se, la mediazione ha successo, le incomprensioni verranno eliminate ed il conflitto potrà risolversi o per lo meno ridursi,
  • qualora, la mediazione non abbia successo, il problema risiede in cause irrisolvibili; si deve stabilire nuove regole fondamentali per controllare il comportamento di ognuno ed evitare che i conflitti si estendano al resto del team.

Fare attenzione a bullismo ed ai capri espiatori: se un membro ha atteggiamenti da “bullo” e mette in atto comportanti da mobber nei confronti di un’altra persona o del resto del team per fare accettare il suo punto di vista, i membri della squadra risentiranno sia del bullismo che della decisione. Quando alcuni o tutti i membri del team osteggiano o rifiutano d’ascoltare le idee di una persona, si perde sia il valore di questo membro “ostracizzato” sia la cooperazione del gruppo.

Quando ti  accorgi che nel team c’è un bullo o un “capro espiatorio”, devi intervenire immediatamente. Durante le riunioni, placa i toni del primo e rassicura il secondo! Allontana il mobber, se è in caso; si deve ricordare che ogni individuo del team ha libertà di esprimere la propria opinione e si deve incoraggiare i membri a trovare idee condivise o nuove possibilità.

Obiettivi aziendali e gestione dei conflitti: pensare sempre al bene aziendale!

In qualità di capitano di impresa e di team manager, devi affrontare i conflitti individuali: anche un conflitto tra due persone può danneggiare il morale del team. La questione è un po’ più complessa che trovarsi dinanzi ad un solo individuo problematico. Ancora una volta, sarà tuo compito affrontare il conflitto e risolverlo in modo che non metta a rischio gli obiettivi comuni e, soprattutto, quelli aziendali.

Indipendentemente dal fatto che il team incontri o meno problematiche durante la sua esistenza, in qualità di leader ed imprenditore devi assicurarti che gli obiettivi del team rimangano in linea con quelli dell’intera organizzazione. Si deve lavorare insieme per suddividere gli obiettivi in incarichi specifici e si deve pure stillare una tabella di marcia per completarli.

Non si deve essere troppo ottimisti, avere false aspettative può solo portare al fallimento. Si deve ricompensare sempre il team: i gruppi, come gli individui devono essere motivati anche attraverso le ricompense.

Nella creazione del sistema di gratifiche, ci si deve assicurare di:

  • dare importanza al gruppo e non al singolo,
  • offrire gratifiche non solo alla fine del progetto, ma, pure al raggiungimento di obiettivi intermedi,
  • decidere che cosa fare con i membri che se vanno o che arrivano a metà del progetto. La gratifica più importante che si può dare è un feedback positivo e costante e si devono encomiare i risultati durante le riunioni del team. Quando i feedback positivi provengono dall’esterno, per esempio giunge una lettera di un cliente soddisfatto, dobbiamo condividere la gloria con tutti: dopo tutto ce la siamo guadagnata!!!

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