Un bravo imprenditore o libero professionista è importante che conosca i fattori che portano alla procrastinazione professionale. Non sono solo gli studenti universitari a soffrire della sindrome del ritardo volontario magari di un esame, dell’acquisto di un libro, del colloquio con il professore per iniziare la tesi. Psicologi e psicoanalisti studiano questo comportamento prolungato anche nell’ambito lavorativo e domestico/famigliare.
Cosa significa procrastinazione? Che cosa vuol dire procrastinare?
Il termine è composto da due elementi: pro = avanti e crastinare = domani. Il significato moderno è rimandare a domani. Tutti i giorni rimandiamo qualche cosa di importante e meno importante, pensiamo ad esempio a quante volte diciamo “mi iscriverò in palestra lunedì o dopo le feste”, oppure, “sistemerò il tavolo o l’archivio domani”. Ebbene, settembre è un mese galante e perfido, attende tutti gli impegni interiori e pratici che vi siete presi i giorni prima dell’inizio delle ferie o dell’estate.
Gli scienziati spiegano che, questa stagione bellissima insieme ai giorni liberi che si prendono scombussolano completamente l’orologio biologico interiore. Ci si sente liberi da schemi, impegni, orari e cose da fare, sotto l’impulso di questa felicità e ottimismo tendiamo a prendere impegni che si uniranno a quelli che già si hanno. Quando si rientra dalle vacanze dovremo smaltire le emozioni belle delle vacanze in un clima di rientro che per molti non è sempre positivo.
Contro la procrastinazione il lavoro di psicologi e time management
Quando esperti di time management o business coaching intervengono nella vita di un imprenditore la prima cosa che fanno è studiare l’organizzazione degli impegni, dei tempi lavorativi e, anche, delle relazioni tra colleghi e professionisti. Come gli psicologi o psicanalisti che aiutano studenti o privati, analizzano anche la parte emozionale e motivazionale.
L’organizzazione infatti è pratica, è legata all’agenda, al calendario, a orari e numero di impegni. La consapevolezza personale delle emozioni e delle motivazioni profonde verso un lavoro e professione, spiegano il perché si ama fare una cosa o non si ama, perché non vogliamo affrontare subito un lavoro urgente quando si ha tempo e possibilità di farlo.
Come si combatte la sindrome da rinvio volontario professionale?
Per combattere la tendenza a procrastinare bisogna partire dall’organizzazione. Gli impegni sicuramente vanno rispettati ma anche gestiti bene quando richiedono molte azioni, energie e coinvolgono altre persone (clienti, consulenti, collaboratori, eccetera).
Potreste ad esempio partire dalla suddivisione in compiti e azioni piccole, da svolgere in uno o due giorni. Fate subito i lavori più difficili, svolgete quelli più semplici quando siete stanchi e avete poche energie. Ciò non significa non farli bene.
Se non lavorate da soli, chiedere la collaborazione di altre persone soprattutto in quei momenti ritenuti critici ad esempio il rientro dalle vacanze o, a fine anno, quando il calendario si riempie di scadenze importanti.
Infine, ritornando a parlare di estate e feste annuali (Natale, Pasqua, ponti nel weekend) ricordate che ferie e viaggi scombussolano l’orologio interiore. Tutte le idee e intuizioni che arrivano da questo periodo di riposo e positività è importante segnare e pianificare ma non considerarle un “fare subito obbligatorio”.
