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La portata delle conseguenze della pandemia e soprattutto delle Politiche economiche introdotte a sostegno delle imprese come opportunità avrà un impatto sociale, politico e finanziario talmente dirompente che la Storia lo ricorderà come un crocevia fondamentale. Grandi novità stanno incidendo sulle prospettive delle aziende. Ma queste iniziative stanno modificando radicalmente anche alcune abitudini di tutti i giorni. Si pensi ad esempio ai metodi di pagamento. Si vedono sempre meno assegni, sostituiti quasi del tutto da incassi/pagamenti digitali: a volte più sicuri, sicuramente più efficaci.

Il dopo pandemia delle imprese, quali opportunità dopo la crisi

È infatti questo il tempo in cui convergono due grandi mutamenti storiografici. Da un lato la rivoluzione digitale arriva al suo acme. E che forse, proprio “grazie” al Covid, permea nella vita quotidiana di famiglie e imprese. Dall’altro grandi flussi di capitali sono in movimento, aiuti soprattutto alle Pmi ma anche nuove ed invitanti fette di mercato in espansione. Parliamo delle grandi novità introdotte ed agevolate dalle Politiche Macroeconomiche europee.

E così capita che le opportunità che si celano dentro ogni crisi inizino ad emergere. E con loro tuttavia anche i rischi che vi si celano all’interno. I bonus fiscali a sostegno dell’edilizia ne sono un esempio. Per tutto il 2021 e fino al primo trimestre 2022 le agevolazioni fiscali collegate agli interventi edilizi ecocompatibili (Superbonus, Ecobonus, Facciate, Sisma ecc.) hanno spinto il settore edile tanto forte da finire per rappresentare la maggiore leva sul Pil.

Bonus ed agevolazioni fiscali: rischi e benefici

Non solo le famiglie, principali destinatarie dei bonus e le imprese edili, che attraverso la tecnica dello “sconto in fattura” hanno vissuto incrementi fino al seicento per cento ed anche oltre dei volumi d’affari. A beneficiarne anche tutto l’indotto che ha vissuto una crescita che non si ricordava dagli anni ’90 del secolo scorso. Generando tuttavia anche dei contraccolpi. Come ad esempio l’inflazione, la carenza di manodopera soprattutto specializzata ed il peggiore di tutti: le truffe.

Dunque che lo Stato si è trovato costretto pensare a delle contromisure, e questo ha generato instabilità ed incertezza con conseguenze economiche. Si pensi a quelle aziende edili che, contando sulla cessione del credito di imposta generato con lo sconto in fattura, hanno accumulato lavori. Per poi ritrovarsi con banche e cessionari non in grado di assolvere al compito di scontare il credito.

Così la crisi cambia la Storia

Tuttavia i bonus fiscali sono solo il primo e finora più evidente risultato degli incentivi collegati al Pnrr. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) si sviluppa intorno a tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Si tratta di incentivi indirizzati principalmente ad Enti Pubblici che si costituiscono in partenariati sia con altri Enti sia con l’ecosistema imprenditoriale delle aree su cui insistono.

Queste novità non avranno impatto esclusivamente su un segmento di mercato e sul suo indotto. Dal Pnrr stanno emergendo opportunità per tutti i soggetti economici (Enti pubblici, società private, professionisti ecc.) operanti nei più svariati settori. Quella che stiamo vivendo è infatti un’epoca di mutamenti. Alcune aziende ne beneficeranno, quelle più inclini a cogliere le opportunità derivanti dai nuovi mercati e metodi di produzione e prototipazione. Altre purtroppo rimarranno fuori mercato ma è questo quello che fanno le crisi: cambiano la Storia.

Eugenio Canora

Consigliere di Amministrazione Sogec

Delegato alla strategia di comunicazione

(Foto di Gerd Altmann da Pixabay)