Lavorare con le lingue nel mondo dello spettacolo il ruolo dell’interprete in tv

La ricchezza di una nazione si misura anche dalle sue abilità di mediazione interculturale, vale a dire tutte quelle attività volte all’arricchimento socio-culturale di due o più paesi grazie alla traduzione e all’interpretazione linguistica di due o più paesi.

La mediazione: un ponte tra le lingue e le culture

Nonostante percorsi accademici e abilità differenti, i rispettivi ruoli professionali della mediazione interculturale – il mediatore, il traduttore e l’interprete – di fatto facilitano la comunicazione tra società con diverse culture, promuovendo un modello comunitario sempre più globalizzato, inclusivo e a favore delle pari opportunità. Proprio per tale motivo, è sempre bene sottolineare che la mediazione non è semplice traduzione, ma una vera pratica costruttiva orientata all’incontro e all’accoglienza dell’alterità. Non a caso il settore linguistico si trova all’ottavo posto e resta ancora oggi una tra le lauree più richieste nel mercato del lavoro.

La diversità diventa risorsa propositiva da coltivare: la varietà in cui siamo immersi, dove ogni singolo paese trabocca di singolarità tipiche di culture altre dalla propria, rappresenta un grande beneficio da cogliere per maturare un’unione ricca e condivisa dalla diversità. In breve, la mediazione allena alla consapevolezza dell’alterità contro ogni giudizio xenofobico: lo straniero non è una minaccia, ma un valore aggiunto di vita e condivisione non solo a livello di esperienza individuale, ma anche sul piano storico–culturale di un’intera nazione. 

Mediazione di nicchia: il ruolo dell’interprete televisivo

Le principali figure professionali del settore sono il traduttore, l’interprete e il mediatore linguistico. Il primo si occupa di traduzione scritta dalla lingua d’origine alla lingua target cercando di mantenere quanto possibile stile e significato originali della fonte. L’interprete ha lo stesso compito del traduttore, ma deve affrontare le difficoltà tipiche della mediazione orale, ovvero quelle sincrone e successive alla produzione. Infine, l’obiettivo primo del mediatore linguistico è favorire e facilitare la comunicazione tra diverse nazionalità.

Oggi è indubbio: le competenze linguistiche sono essenziali in ogni ambito della società, anche nel mondo dello spettacolo. In merito, una figura professionale sempre più richiesta è quella dell’interprete per programmi televisivi, ruolo di nicchia che, grazie al suo know-how, contribuisce alla trasmissione interculturale attraverso il potere dei media sfidando l’imprevedibilità e la difficoltà di lavorare tra più culture nell’unica realtà della redazione

Cosa fa e come si diventa interprete per la tv

Nello specifico, l’interprete ha il ruolo di comprendere e condividere la comprensione di un discorso, una notizia, o qualsiasi altra situazione comunicativa che lo richieda, a un vasto pubblico di interessati. I suoi lavori spaziano da fonti interculturali provenienti dal palinsesto televisivo o dal piano dell’audiovisivo. Oltre alle conoscenze, alla professionalità e ai titoli di studio, l’interprete per la tv è un professionista versatile e dotato di grande flessibilità, capace di adattarsi ai ritmi frenetici del mondo dello spettacolo e ai suoi ostacoli; in generale, a un contesto comunicativo in cui l’imprevisto si alterna all’improvvisazione. 

Per intraprendere la carriera d’interprete e approdare nel mondo della mediazione interculturale televisiva a livello professionale, la formazione consigliata è la laurea in lingue. Grazie ai vantaggi delle migliori università online, oggi questa facoltà è disponibile anche in via telematica. Conseguito il titolo in mediazione linguistica è inoltre suggerita la strada specialistica o il master in traduzione o interpretariato correlato alla comunicazione dei mass media per ottimizzare le proprie competenze linguistiche in base ai propri obiettivi professionali.