lavoro giovani

In Italia moltissimi imprenditori che offrono lavoro a giovani e non lamentano il fatto che non si riesce a trovare personale e per questo motivo sono in difficoltà con la propria azienda. “Sono un imprenditore è non riesco a trovare personale per la mia azienda”, si ascolta e si legge, oppure “i giovani non hanno voglia di lavorare”.

Da un po’ gli imprenditori affermano di avere mancanza di lavoratori con conseguenti difficoltà nel mandare avanti la propria attività. Da questa situazione sono scaturite molteplici discussioni per capire quale fosse la causa.

Imprenditori, lavoro e giovani infuriati: cosa sta accadendo in Italia? La nostra inchiesta

Alcuni pensano che la crisi di personale sia dovuta al Reddito di Cittadinanza (Rdc), poiché si sono più volte ritrovati nella situazione in cui il giovane rifiuta la proposta contrattuale in quanto percepisce il sussidio. Altri imprenditori lamentano il fatto che siano giovani non più disposti a fare sacrifici come può essere quello di lavorare durante i weekend o fino a tardi.

Dall’altro lato i giovani dicono e “documentano” spesso, anche tramite media e social media, condizioni di “sfruttamento”. Parliamo anche di stage-truffa, in cui i ragazzi sono chiamati a svolgere mansioni non di loro competenza.

Web e Centri per l’Impiego all’oscuro di tutto

Da alcune indagini si è potuto constatare talvolta che gli imprenditori che si lamentano di non trovare personale in precedenza non hanno annunciato la loro ricerca sulla propria pagina web. Né si sono rivolti presso i Centri per l’Impiego esponendo tale richiesta. O ancora, che non hanno attivato procedure per idonee a selezionare personale. Nei casi in cui c’è tale selezione, essa non è applicata nel modo corretto: tutto risulta così vano.

Passiamo alle proposte contrattuali spesso non in regola. Una pratica che porterebbe a favorire il lavoro nero. Si tratterrebbe parte dell’ingaggio riservato ai dipendenti: il monte ore settimanali dichiarato non corrisponderebbe alla realtà. Ci sono poi le proposte lavorative che sembrano essere formulate correttamente. Con tanto di rimando all’apposita sezione all’interno del sito internet aziendale. Ma senza indicazioni sulle ore di lavoro o sulla paga percepita, venendo meno quindi al principio di trasparenza.

Il ruolo della pandemia nel mercato del lavoro

Non bisogna dimenticare i giovani che hanno trovato lavoro nel periodo pandemico. Che hanno quindi sfruttato l’occasione e hanno avuto pazienza nel voler vedere i risultati. Molti ragazzi ora occupano una posizione di riguardo nell’azienda in cui lavorano. Con un contratto migliore di quelli che viste le evidenti difficoltà hanno saputo reinventare la propria attività. Sfruttando lo smartworking e facendo uso di tutte le risorse digitali a disposizione.

I giovani, insomma, sono sempre meno inclini ad accettare proposte che non siano correttamente formulate. Con tutte le informazioni del caso garantendo cosi il principio di trasparenza o che non siano state formulato una maniera congrua alla mole di lavoro proposta.

Daniele Margarita

(Foto di Amy da Pixabay)