Il lavoro autonomo in Italia

Date:

La definizione di lavoro autonomo

Il lavoro autonomo, riguarda il lavoro (o servizio) che si svolge nei riguardi di un committente che riceve un corrispettivo di denaro ma senza vincolo di subordinazione.

Cosa prevede la Cassazione per il lavoro autonomo?

La Cassazione, nel 2006, in una sentenza ha spiegato che questo tipo di lavoro, si riscontra nel soggetto in cui il titolare commissiona un determinato lavoro con un’attività propria senza che sia inserita in quella dell’imprenditore.

Configurazione del lavoro autonomo

Il lavoro autonomo è dato dall’autonomia del lavoro ma che esclude la subordinazione.

In mancanza della certezza della subordinazione non si deve applicare al lavoro a domicilio la disciplina del lavoro subordinato.

L’inps ed il lavoro autonomo

Nella circolare n. 79 del 1997, l’Inps, sostiene che gli elementi per definirlo tale sono che:

  • la ditta che esegue i lavori è una ditta iscritta all’Albo provinciale delle imprese artigiane;
  • la ditta fattura il lavoro svolto;
  • non esistono termini precisi per la consegna del prodotto;
  • il lavoro viene eseguito nei locali propri e con macchinari di proprietà della ditta;
  • l’oggetto della prestazione è il risultato e non la estrinsecazione di energie lavorative;
  • esiste l’assunzione del rischio in proprio;
  • la ditta committente non deve interferire nel metodo lavorativo dato che a loro interessa solo il risultato del lavoro finito.

Qual è la disciplina che riguarda il lavoro autonomo?

La disciplina è quella del 22 maggio 2017 n. 81 che si occupa anche delle tutele e dei diritti relativi ai rapporti di lavoro autonomo di cui al Titolo III del Codice Civile (articoli 2222-2238), con l’esclusione degli imprenditori e piccoli imprenditori (art. 2083 codice civile).

Nella forma scritta del contratto, la Legge, disciplina le condotte abusive del committente che rendono inefficaci alcune clausole (art. 3).

Quali sono le clausole abusive?

Sono considerate clausole abusive (quindi senza efficacia) quelle che:

      • danno al committente la possibilità di cambiare le condizioni del contratto;
      • consentono al committente di recedere il contratto senza preavviso nel caso il contratto abbia una prestazione continuativa;
      • vengono decisi dei tempi di pagamento superiori a 60 giorni dalla data dal ricevimento della fattura o della richiesta di pagamento.

Nel caso ci siano clausole abusive, il lavoratore autonomo, ha diritto al risarcimento dei danni.

Conclusioni

Il lavoro autonomo, è un normale tipo di lavoro riconosciuto dai contratti di lavoro, ma dev’essere specificato che non si tratta di subordinazione altrimenti non è da ritenere tale.

Quindi, quando si intraprende questo tipo di lavoro, bisogna fare molta attenzione a ciò che si firma.

Francesco Bruschetta
Francesco Bruschetta
Ciao sono Francesco ma tutti mi chiamano Bruce e sono un copywriter. Ho la passione per la comunicazione web, la seo, il web design e perchè no, anche per i film di Charli Chaplin e le scampagnate con la mia mountain bike Cube

Condividi articolo

Iscriviti alla newsletter e ricevi la GUIDA GRATUITA per imprenditori

Storie popolari

More like this
Related

Finanza: guida completa all’investimento in Keepa per generare profitti con l’analisi dei prezzi

L'**investimento in Keepa** è una delle strategie più efficaci...

Come guadagnare con il commercio internazionale: l’opportunità di Keepa

Il cambiamento climatico ha influenzato drasticamente il...

Universe e Associazione AIDEE uniscono le forze per “Vivere il Talento”

"La collaborazione tra Universe e Associazione AIDEE rappresenta un...