Idols Giapponesi ed Influencer. Due volti della stessa medaglia?

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Idols Giapponesi ed Influencers, due volti della stessa medaglia. O forse no.

Idols Giapponesi o Influencer? Dio denaro è onnipresente, figuriamoci in una società digitalizzata dove si cercano calamite per attrazione di capitali. Ma quali sono, o meglio chi, cosa potrebbe rappresentare la chiave di volta? Chi possiede la capacità di “influenzare” i comportamenti della società, ovvio.

Facile deduzione, basare la propria risposta su figure ormai portanti dei Social: gli Influencers. Fatto sta che, qualche tempo fa, scorrendo le pagine di un ottimo manga giapponese mi sono ritrovato di fronte una figura che ha da subito attirato la mia attenzione. Avete mai sentito parlare di Idols Giapponesi?

No! Eppure, in quel del Giappone, li conoscono molto bene. Che strano. Spesso innumerevoli digressioni relative alla cultura, o la diversificazione della stessa a seconda dell’etnia, la localizzazione, si perdono inevitabilmente in un mare senza risposta.

Non è che oggi con queste quattro righe abbia la presunzione di darvi risposte in relazione a realtà, denominazioni, ma soprattutto realtà linguistiche che meriterebbero una riflessione davvero approfondita.

Per deformazione professionale, partirei dai due soggetti e dal significato, ma anche un po’ dall’etimologia della parola.

Qual è la differenza tra il termine Influencer e Idols Giapponesi?

Successivamente cercherò di comprendere anche l’inclinazione dettata dalle più matematiche e meno classiche possibilità di marketing possedute da queste due figure.

Influencer

Dal lat. mediev. influentia, der. di influĕre ‘influire’ – Curiosità vuole che questo termine veniva utilizzato molto spesso in ambito astrologico. Strano che oggi gli Influencer potrebbero essere paragonati, in maniera molto borderline, a stelle del web, o meglio dei social.

Insomma fanno parte un po’ di un universo e, molto più filosoficamente, potrebbero essere paragonati ad importanti astri quali Sirio o Antares, giusto per citarne qualcuno. D’altro canto così come ormai la società utilizza gli Influencers come punto di riferimento per scegliere questo o quel prodotto, allo stesso modo i re Magi s’incamminarono guidati dalla stella più luminosa per raggiungere la loro meta.

Un’accezione troppo positiva. Se ci pensate la parola “influenza”, che tra l’altro può essere considerata quale l’azione che questi personaggi imprimono sulla società, non viene quasi mai utilizzata positivamente.

Il termine può determinarsi come “cattiva influenza/farsi influenzare da/subire l’influenza di/ prendere l’influenza” e potrei fare decine e decine di esempi. Oggi invece? L’Influencer può essere considerato come quell’individuo che ha il potere di influenzare il comportamento, le decisioni, soprattutto di acquisto, di un pubblico.

Normale e spontaneo che nasca l’industria dell’Influencer.

Dunque contano i seguaci, i followers, più che determinate capacità, se non quelle mimetiche, o almeno in parte (per non fare torto all’arte del Teatro che è tutt’altra cosa). Ecco che “menti brillanti” ben pensano di sfruttare il fenomeno nell’ambito dell’Influencer Marketing.

Moda, bellezza, cucina sono solo alcuni dei settori “influenzati” in pieno. Da qui all’obiettivo finale, ovvero raggiungere il consumatore che, per un giogo ben architettato, entra all’interno dell’industria, mostra i suoi prodotti, li mostra come i migliori.

Insomma, sarebbe troppo arduo asserire che l’attività dell’influencer è un po’ quella della “manipolazione decisionale”. Facili direzioni, semplici scelte d’acquisto, che non è detto siano le migliori, ma il meccanismo funziona.

Basta aggiungere, al seguito dell’Influencer, uno scopo ed il gioco è fatto. Ma voi vi siete mai chiesti quale sia il vero scopo dell’Influencer? Beh… provateci.

Passo ora agli Idols Giapponesi e parto nuovamente dalla parola (mamma mia quanto è bella la lingua).

Dal gr. eídōlon ‘simulacro’ – Un’immagine mentale, una sorta di apparizione, quasi un fantasma, ma anche un oggetto, una statua. Anche in questo caso, se ci pensate, la parola “Idolo” non ha assunto, almeno per il passato, accezioni del tutto positive.

Per gli Ebrei gli idoli rappresentavano “l’immagine di un falso Dio”. L’uso della parola idolo si trasformò di nuovo durante l’era illuminista, disconnettendosi dal suo contesto religioso. Francis Bacon ha usato la perifrasi: Idols of the Mind.

Oggi invece? Beh, non c’è più il forzato accostamento religioso, di conseguenza l’idolo può giungere a rappresentare la perfezione soggettiva di un pubblico, incarnata in una persona.

Se ci riflettete il percorso Idols/Influencers non è proprio distante. Infatti, in Giappone, nasce la Idols Industry.

Inevitabilmente anche gli Idols Giapponesi rappresentano un volano finanziario per le aziende più o meno vicine. Intrattenimento, moda, finanza, arte, bellezza, politica, sembra quasi che l’Idol sia molto vicino alla denominazione dell’Influencer.

Fatto sta che l’Idol ha una caratteristica diversa. Nonostante rappresenti, semanticamente, la concezione di irraggiungibilità, divinità, questi si esibisce sì attraverso il Network, ma non denigra le apparizioni, gli eventi e gli spettacoli in pubblico. A questo punto la domanda è la stessa: qual è lo scopo degli Idols? Pensateci.

Andrea Palestra
Andrea Palestrahttps://www.laredazione.eu/
Giornalista, Videomaker e Social Media Specialist

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