Dichiarazione dei redditi: le criptovalute vanno dichiarate?

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Le criptovalute vanno inserite nella dichiarazione dei redditi?

Assolutamente si! Le criptovalute, devono essere dichiarate nella dichiarazione dei redditi…

L’Agenzia delle Entrate, in base al provvedimento del 29 gennaio 2021, ha confermato che dev’essere compilato il quadro RW: le plusvalenze che derivano dalle cessioni diventano reddito se la giacenza è superiore a 51.645,69 euro per almeno sette giorni lavorativi continui.

Dove devono essere inserite le criptovalute nella dichiarazione dei redditi?

Le criptovalute, nella dichiarazione dei redditi, devono essere inserite nel quadro RW anche in un wallet con chiave privata ed inviato in modo telematico.

Quanto sono tassabili le criptovalute?

Le criptovalute, secondo l’Agenzia delle Entrate con l’interpello numero 788 del 24 novembre 2021,  sono assolutamente monitorabili e, quindi, tassabili secondo la valuta attuale.

Inoltre, devono anche essere tenute per almeno più di cinque anni, senza essere cedute o convertite in euro.

In caso manchi una specifica normativa,  la risoluzione numero 72 del 2016 si rifà alla sentenza della Corte di Giustizia del 22 ottobre 2015 (causa C-264/14).

Le operazioni di criptovalute rientrano tra quelle relative alle banconote ed alle monete con valore liberatorio di cui sono presentate all’articolo 135, paragrafo 1, lettera e), della direttiva 2006/112/CE.

Per la tassazione, si applicano i principi, che riguardano le operazioni con valute tradizionali.

È considerata una cessione a titolo oneroso anche il prelievo di valuta estera da un conto deposito o da un conto corrente.

Hanno importanza fiscale, le cessioni a termine e non le cessioni a pronti (scambi di una valuta con un altro tipo di valuta) perché non danno origine a redditi imponibili.

Nel calcolo della giacenza media si deve anche tenere presente il totale di tutti i wallet che si possiedono.

È l’Agenzia delle entrate che deve far conoscere qual è la tassazione da applicare.

Come deve avvenire il monitoraggio fiscale?

Il monitoraggio fiscale, deve avvenire tenendo conto di quello che prevede l’art. 4 del decreto legge numero 167 del 1990 che prevede che gli investimenti all’estero debbano essere indicati nella dichiarazione dei redditi annuale.

Secondo la circolare 23 dicembre 2013, numero 38/E (paragrafo 1.3.1.), lo stesso obbligo, è previsto anche per le attività finanziarie estere che si svolgono in Italia fuori dal circuito degli intermediari residenti.

L’obbligo si applica a tutte le valute virtuali detenute: anche a quelle detenute direttamente con chiave privata.

Come viene compilato il quadro RW?

Il quadro RW viene compilato in questo modo:

  • nella colonna 3 “codice individuazione bene” bisogna inserire il codice 14, più altre attività estere di natura finanziaria e valute virtuali;
  • Non si deve compilare la colonna 4 “Codice Paese estero”.
Francesco Bruschetta
Francesco Bruschetta
Ciao sono Francesco ma tutti mi chiamano Bruce e sono un copywriter. Ho la passione per la comunicazione web, la seo, il web design e perchè no, anche per i film di Charli Chaplin e le scampagnate con la mia mountain bike Cube

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