Il gruppo automobilistico Volkswagen ha comunicato la sostituzione di Herbert Diess come Ceo dell’azienda. Il suo successore a partire dal 1 settembre 2022 sarà Oliver Blume, attuale Ceo della Porsche. Un fulmine a ciel sereno per il colosso di Wolfsburg dopo oltre 4 anni di lavoro da parte di Diess? Il Ceo avrebbe siglato un “accordo amichevole” di uscita dall’azienda. Secondo molti Herbert Diess avrebbe pagato lo scotto dell’incertezza del mercato dell’elettrico. Il Ceo aveva tentato di applicare al gruppo Volkswagen il concetto di elettrificazione ormai strabordante in Europa, ma che si scontra con una realtà fatta da troppe incognite.
Le auto elettriche “tradiscono” il Ceo di Volkswagen: via a sorpresa Herbert Diess
La domanda dell’elettrico, nonostante gli incentivi offerti dai Paesi, stenta a decollare. Ciò significa che i margini sono incerti. A ciò si aggiungono i problemi di approvvigionamenti di componentistica elettronica nonché il prezzo dell’energia in salita verticale a causa del conflitto in Ucraina. L’entusiasmo della corsa alle auto elettriche, insomma, è riassumibile con la sola rincorsa, perdonate il gioco di parole, al fascino tecnologico impresso dalla Tesla di Elon Musk.
Tre anni fa, infatti, il Ceo di Volkswagen Herbert Diess dichiarò che la sua azienda avrebbe potuto superare Tesla. Magari diventando il più grande produttore di veicoli elettrici entro il 2025. Come? Approfittando anche dei momenti di debolezza del gruppo americano di Musk. Una debolezza che si è concretizzata appena qualche settimana fa, con evidenti problemi di produzione proprio nella “Gigafactory” realizzata a Berlino. Eppure, Tesla sta continuando a fare la parte del leone nei mercati del Nord Europa, lasciando indietro Volkswagen.
Proteste e capitalizzazione
Lo scontro interno al gruppo tedesco è stato evidente a dicembre 2021. Il consiglio di vigilanza avrebbe voluto tagliare gli investimenti sulla svolta elettrica. Il conflitto tra Herbert Diess ed il suo stesso gruppo Volkswagen si è reso insostenibile in quel periodo. I dipendenti hanno protestato contro la proposta di Diess di tagliare 30mila posti di lavoro nella sede centrale di Wolfsburg. Inoltre nel primo semestre del 2022 la capitalizzazione del gruppo è scesa a 84 miliardi di euro, molto lontano dall’obiettivo di 200 miliardi ritenuto indispensabile nel 2019.