Scegliere un hotel, Ota o alberghi? I siti web, i prezzi, gli sponsor: il caso Booking.com

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Scegliere un hotel per pernottare durante una trasferta di lavoro oppure trascorrere qualche scegliere un hotel 3giorno di relax nasconde dietro un mondo. Digitare il nome di località lontane sulla tastiera ha preso il sopravvento sul recarsi in agenzia di viaggio. Com’è accaduto? Il processo non è stato semplice ed è frutto di idee innovative che hanno reso il procedimento veloce, repentino. Forse troppo. C’è chi è soddisfatto per il prezzo del pernottamento, chi protesta per lo strapotere delle nuove piattaforme. E c’è chi analizza dati, chi si immette nel filone e chi studia le contromosse. Un solo fattore, probabilmente, non cambierà mai. La fidanzata che, con la porta appena richiusa alle spalle, tira fuori dalla valigia la lampada uv per scandagliare minuziosamente la camera.

Scegliere un hotel: una responsabilità

Scherzi a parte, scegliere un hotel reca con sé la responsabilità, da parte del viaggiatore, di prendere decisioni oculate, e di accogliere come si deve l’ospite da parte delle strutture. Strutture che negli ultimi anni si sono incontrate, ma anche scontrate, con le Online Travel Agencies, le cosiddette Ota. Tutto verte sui flussi di prenotazioni, e perciò di denaro, sia esso anticipato o meno. Online Travel Agencies (che hanno sostituito quasi completamente le agenzie di viaggio “reali” di cui sopra, appunto) come Booking.com, Trivago o Expedia. Piattaforme che promettono di semplificare la vita al viaggiatore e di far incontrare in maniera rapida ed efficiente domanda ed offerta.

Scegliere e prenotare

Ed è proprio su questo punto che si è aperta la prima vera questione dal punto di vista imprenditoriale. La semplificazione, il commercio, la voglia di viaggiare. Già, ma per farlo è necessario scegliere un hotel, e poi prenotare. Può sembrare banale ma non lo è: la differenza è concettuale e sta tutta nelle azioni che possono essere effettuate sul web. Scegliere un hotel riguarda il guardare foto, video, informarsi sui luoghi da visitare, sulle strutture dove pernottare. E ciò avviene a monte della prenotazione. Prenotazione che, invece, sempre più spesso verte sul prezzo. E come potrebbe essere altrimenti. Si sceglie la struttura su una Ota e, prima di prenotare, si compara il costo della stanza sul sito dell’albergo.

Se il sito web dell’hotel si fa trovare pronto, ha una buona fluidità e ottime garanzie di sicurezza nei pagamenti e se, soprattutto, il costo è un po’ più basso rispetto a Booking.com, ad esempio, i viaggiatori tendono a prenotare direttamente sulla piattaforma della struttura scelta. Ma, ripetiamo, ciò accade se e solo se il sito web dell’hotel dà particolari garanzie di affidabilità e di sicurezza, se è costruito bene, se ha tariffe chiare, se è mobile friendly. Sia chiaro: le Ota fanno la parte del leone, ma grazie a determinate tecniche gli alberghi stanno tornando a guadagnare punti senza intermediari.

PhoCusWright

Scegliere un hotel: è questo un modo per aggirare o ingannare le Ota? No, semplicemente è il libero mercato, scegliere un hotel 1la capacità del viaggiatore di “smanettare” e l’intuizione dell’albergatore che accoglie i clienti sul web ancora prima che nella realtà. Si tratta di un ragionamento avvalorato da dati pubblicati recentemente da PhoCusWright in uno studio intitolato Channel Surfing: Where Consumers Shop for Travel Online.

Pianificazione

PhoCusWright ha preso in considerazione ciò che sta accadendo negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Russia, Australia, Brasile, Cina, Francia e Germania. La pianificazione del viaggio, lo scegliere un hotel, avviene quasi sempre online grazie ad Ota come Trivago, Expedia o Booking.com. Per le prenotazioni, invece, gli alberghi stanno risalendo la china soprattutto negli Usa, in Gran Bretagna e in Francia.

Comparare

“Diversamente da quello che accade sui siti ufficiali i viaggiatori dicono che le Ota – hanno fatto sapere da PhoCusWright – danno loro l’abilità di comparare in modo efficiente un’ampia gamma di prodotti in un singolo posto. L’efficienza e la facilità di utilizzo sono il punto forte delle Ota: invece di rimbalzare da un sito ad un altro, i viaggiatori possono vedere foto, recensioni, confrontare prezzi e disponibilità su un solo sito. Molti portali offrono anche case in affitto, pacchetti, attività e molto altro”.

Booking suite

Una tendenza in realtà di cui Ota come Booking.com si sono già rese conto ed hanno preso le adeguate contromosse. Per capirci: i viaggiatori utilizzano Booking.com come un semplice motore di ricerca ma prenotano sul sito dell’hotel? “Allora costruiamolo noi stessi il sito dell’albergo”. Booking lo ha fatto davvero e rientra tra i servizi acquistabili dalla popolarissima Ota. Ecco allora Booking suite: l’hotel può così ottenere un sito web bello ed efficiente…con all’interno il sistema di prenotazione Booking engine. E si torna daccapo.

Chi fa i prezzi?

Facciamo un altro passo in avanti ed entriamo ancor di più nel merito della questione. Parliamo del prezzo. Il consumatore, il viaggiatore per svago o per lavoro, aveva effettivamente bisogno di una piattaforma dove avere a portata di un solo clic decine e decine di strutture, di comparare i prezzi. Le Ota, più precisamente, hanno creato a livello imprenditoriale questa necessità, questo bisogno, e lo hanno cavalcato. Expedia, Trivago, TripAdvisor, Booking.com, insomma, raccolgono tutti questi dati. I costi, a seconda ovviamente della tipologia di hotel, automaticamente si livellano, diventano flessibili ed accessibili. C’è più concorrenza, c’è fortissima capacità d’intermediazione tra viaggiatori e strutture. Ma i prezzi, alla fin fine, chi li fa? Aumentano i clienti e ci guadagno tutti oppure…

Antitrust

Per un lungo periodo alberghi e  associazioni a tutela della categoria hanno seguito la strada di “oppure”. Tanto che hanno scelto di rivolgersi all’Antitrust, ottenendo una mezza vittoria. Ciò è accaduto in Italia, Francia e Svezia. Le Ota sono dovute scendere a patti con l’Antitrust accordandosi su diverse concessioni alla categoria degli albergatori.

scegliere un hotel 2Flessibilità

“Questi nuovi impegni offrono agli hotel molta più flessibilità riguardo ai prezzi rispetto a quella esistente oggi. – ha dichiarato qualche tempo fa a Repubblica Darren Huston, amministratore delegato di Booking.com – La maggiore flessibilità comporta una maggiore concorrenza tra le agenzie di viaggi online e crediamo che questo andrà alla fine a vantaggio del consumatore. Gli hotel scelgono liberamente di essere su Booking.com e lo fanno perché siamo un canale di marketing altamente profittevole per loro. Siamo in grado di portare viaggiatori provenienti dalla Cina, dal Brasile o dall’Australia ad una piccola struttura in Italia situata in mezzo alla campagna”.

Sponsor e vetrine

Arriviamo così all’ultimo punto che affronteremo in questo articolo. Riservandoci di tornare sull’argomento tra non molto tempo, magari in occasione della stagione estiva. Parliamo della pubblicità e più in generale le sponsorizzazioni. L’idea rivoluzionaria di chi ha creato le Ota sta anche in questo. Di solito le inserzioni sui media da parte degli hotel si trovano perlopiù sui media locali. E riguardano la possibilità di organizzare eventi, manifestazioni e cerimonie. Perché un albergo a tre stelle in provincia di Palermo dovrebbe investire su pubblicità a livello nazionale? Essendo impossibile comprendere il target preciso dei viaggiatori da poter accogliere?

A fare da vetrina in tutto il mondo ci pensano le Ota. E’ così che un viaggiatore Uzbeko potrà incontrare il nostro hotel. È così che l’albergo in provincia di Palermo sarà in tutto il mondo in un attimo. Tutto il resto è innovazione, strategia, capacità di stare al passo coi tempi.

Francesco Ferrigno
Francesco Ferrigno
Francesco Ferrigno, giornalista. Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Salerno con una tesi su “La crisi del giornalismo: le difficoltà economico-finanziarie delle aziende e le nuove sfide della professione”. Attualmente sono corrispondente de “Il Mattino” di Napoli e caporedattore centrale del settimanale e del quotidiano online “il Gazzettino vesuviano”, collaboro assiduamente con numerose testate e agenzie di comunicazione. Ho svolto lavori nel campo della cronaca e delle emergenze occupazionali. Ho effettuato attività di instant magazine, ufficio stampa e analisi del panorama attuale dei media.

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